Sindacato Avvocati Firenze e Toscana - ANF

 

 

Riteniamo che le recenti dichiarazioni di autorevoli rappresentanti del Governo che hanno aspramente criticato alcuni provvedimenti giudiziari in tema di immigrazione e, soprattutto, le persone dei magistrati che hanno redatto detti provvedimenti, vadano ben oltre il legittimo confronto fra esponenti di diverse funzioni dello Stato e concretino un’inaccettabile ingerenza della politica a scapito della autonomia della funzione giurisdizionale.

L’avvocatura costituisce un soggetto imprescindibile nell’esercizio di tale funzione, è quindi anche nostro compito difenderne l’autonomia dagli altri poteri dello Stato.

Non possiamo peraltro ignorare il fatto che l’estensione di questo scontro si rivolge anche verso altre figure, quali avvocati e associazioni che difendono i diritti delle persone migranti e dei richiedenti asilo.

Né possiamo mai dimenticare che, a monte dei provvedimenti in oggetto, vi è l’istanza o il ricorso di un avvocato, il quale agisce nella sua piena autonomia e nella consapevolezza della funzione assegnatagli dalla nostra Costituzione per la “tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa e’ diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento”.

Attiene peraltro alla funzione tipica della magistratura la disapplicazione della norme primarie e/o secondarie laddove esse contrastino con fonti di rango superiore, quali la Costituzione italiana e/o le Direttive UE.  Avremmo quindi auspicato che il Governo, in luogo di annunciare iniziative disciplinari, attivasse i rimedi procedurali riconosciuti dal sistema.

Destano altresì viva preoccupazione le operazioni di “dossieraggio” che sembrano emergere dalla cronaca di questi giorni. Il diritto alla partecipazione alla vita democratica dei singoli magistrati è sancita da copiosa giurisprudenza della Corte costituzionale, la quale ha reiteratamente affermato che ai magistrati devono esser garantiti «gli stessi diritti di libertà garantiti ad ogni altro cittadino» dalla Costituzione. È la legge a tracciare puntualmente i confini di tale partecipazione; le questioni di opportunità devono necessariamente essere rimesse alla coscienza dei singoli e, se del caso, all’organo di autogoverno della magistratura.

Auspichiamo pertanto che si voglia abbassare i toni della polemica e si abbracci una visione, costituzionalmente orientata, della funzione della giurisdizione libera da ogni ingerenza da parte degli altri poteri dello Stato, funzione nella quale l’avvocatura svolge un ruolo pari ordinato a quello della magistratura per la tutela dei diritti di tutti.

In fondo ogni giudice attaccato dalla politica non ha fatto altro che accogliere il ricorso di un avvocato, motivando in senso giuridico. E quindi questo attacco non riguarda solo la magistratura e l’avvocatura ma ovviamente tutti coloro che hanno diritti da far valere in giudizio perché le decisioni non sono solo di chi le firma, ma anche di chi le ha chieste e ne ha diritto!

Il Sindacato Avvocati di Firenze e Toscana-ANF
                   I Giuristi Democratici